Ogni anno nei 28 paesi dell’Unione europea si producono più di tre milioni di tonnellate di rifiuti tessili, uno spreco che danneggia l’ambiente e le tasche dei consumatori.

Per invertire questo trend è sceso in campo il progetto “Trash-2-Cash” (“Da rifiuto a denaro”), finanziato dalla Ue con quasi 8 milioni di euro (su un budget di poco meno di nove milioni), che vede coinvolti diciotto partner distribuiti in dieci paesi: Danimarca, Finlandia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Svezia, Turchia. Tra le figure professionali schierate, ricercatori, eco-designer, rappresentanti di aziende fornitrici di materie prime e di prodotti tessili finiti.

Obiettivo-base del progetto è mettere l’industria tessile sui binari sostenibili dell’economia circolare tramite soluzioni fornite dall’eco-design da un lato, e dallo sviluppo dei metodi di riciclo dei tessili dall’altro, per arrivare a creare nuove fibre ad alta prestazione ambientale ed economica.

Il progetto si concluderà a novembre.  Solo allora si potrà tirare il bilancio finale di questa pioneristica ricerca finalizzata a dare un futuro sostenibile a tanti protagonisti tessili della nostra quotidianità, a partire dall’abbigliamento, reso oggi ancor più impattante dai dilaganti acquisti compulsivi che connotano i consumatori dei paesi occidentali ed emergenti.

Di tutto questo  parlo nell’articolo “Da rifiuto a denaro” uscito sul numero di maggio-giugno 2018 della rivista Materia Rinnovabile/Renewable Matter

Read it in English in RenewableMatter: Trash 2 Cash

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.