TRANSIZIONE ECOLOGICA. DALLE PAROLE AI FATTI
Sono soddisfatta che l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna oggi abbia approvato tre Ordini del giorno del Gruppo Europa Verde orientati a spingere sulla transizione ecologica ed energetica.
Il primo impegna la Giunta a supportare la creazione di “Positive energy districts” (distretti a energia positiva) in ambiti urbani e distretti industriali, aree in cui l’uso delle fonti energetiche rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza energetica permetterebbero di raggiungere la decarbonizzazione e l’autosufficienza energetica.
Il secondo chiede di prevedere risorse specifiche per i community charger, colonnine di ricarica per auto elettriche. Spesso promossi dai Comuni o da gruppi di elettro-automobilisti rappresentano uno strumento per abbattere il costo della ricarica (che nelle colonnine convenzionali è fino a tre volte più carica della tariffa domestica), e quindi per incentivare la mobilità elettrica privata.
Il terzo odg, collegato al Fondo Sociale Europeo, impegna la Giunta a promuovere la diffusione delle competenze professionali necessarie per mettere in moto la transizione ecologica, finanziando corsi di formazione e di aggiornamento per Green manager, Mobility manager ed Energy manager. Corsi rivolti in particolar modo ad aziende medie e piccole, agli enti locali e a tutte quelle realtà che necessitano di queste competenze ma che difficilmente le hanno al loro interno.
In un periodo in cui vediamo la ripresa economica messa a rischio nel nostro territorio dalla volatilità dei prezzi di gas e petrolio, lo sviluppo di Positive Energy Districts è una risposta utile sia per l’industria regionale che per i bilanci familiari.
Nel corso dell’illustrazione degli odg sono intervenuta anche contro l’inserimento di nucleare e gas nella tassonomia verde europea. La posizione dei Verdi non è ideologica, come ci si rimprovera, ma muove dalla constatazione che si tenta di far passare per ambientalmente sostenibili due fonti di energia, che sono tutt’altro che green, tramite una revisione della loro classificazione di cui proprio oggi ha discusso la Commissione europea. Le centrali nucleari già in fase di funzionamento di routine rilasciano nell’ambiente emissioni radioattive, mentre resta irrisolto, a livello mondiale, il problema del trattamento in sicurezza delle scorie altamente radioattive e degli impianti smantellati a fine esercizio, basti solo pensare all’impianto nucleare di Caorso in Emilia-Romagna. Quanto al gas metano, è di per sé uno dei gas serra più impattanti con rilascio di molecole nell’ambiente già in fase di trasporto e all’esterno dei pozzi di estrazione. Per questo in Italia occorre puntare con decisione sulle rinnovabili e l’efficienza energetica e sbloccare le decine di richieste di realizzare impianti fotovoltaici ed eolici nei nostri territori, come ad esempio l’impianto eolico off-shore di Rimini. E puntare sulla diffusione delle comunità energetiche degli autoproduttori e consumatori di energia da fonti rinnovabili. Solo così imprese e famiglie possono essere messe al riparo in maniera strategica dalle ricorrenti fluttuazioni del prezzo di petrolio e metano. È la medesima strada che sta percorrendo Enel, che prevede di azzerare le emissioni climalteranti al 2040 e di investire 210 miliardi al 2030 per la decarbonizzazione dell’elettricità. Oggi, intanto, di fronte alle difficoltà di famiglie imprese, occorre dare risposte immediate al caro-energia, con rateizzazioni delle bollette e con sostegni economici più consistenti da parte del governo. Ma la strada strategica da battere è quella della transizione energetica green, come indicano gli odg di Europa Verde approvati oggi. Se vogliamo evitare di ritrovarci periodicamente a combattere il caro-bollette.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.