BUGIE E DIFFAMAZIONE: QUERELATO L’IMPRENDITORE CHE HA ACCUSATO I VERDI PER I DANNI DELL’ALLUVIONE
Nei giorni immediatamente successivi all’alluvione che ha devastato la Romagna, sul banco degli imputati sono finiti…Verdi e ambientalisti. Incredibile, ma vero! In altre parole, qualcuno ha puntato il dito contro coloro che da sempre richiamano l’attenzione sulle conseguenze e i danni del cambiamento climatico e la necessità di mettere in campo misure preventive di adattamento e di giusta gestione del territorio.
Contro di noi, accuse e menzogne che non potevamo lasciar correre. Per questo insieme a Paolo Galletti, in qualità di co-portavoce di Europa Verde-Verdi Emilia-Romagna, abbiamo querelato l’imprenditore di Conselice, socio di Unigrà, che aveva accusato i Verdi di essere responsabili per i danni causati dall’alluvione.
Queste le sue parole pubblicate in un’intervista uscita sul quotidiano il Carlino: “È ora di farla finita di dare la colpa al cambiamento climatico, non bastano più le affermazioni che sembrano delle scusanti. Servono dei fatti concreti, che frange della politica che hanno governato anche in Emilia-Romagna ostacolano in ogni modo”. Alla domanda del giornalista Lorenzo Tazzari “A chi si riferisce e per cosa li critica?”, rispondeva: “Penso ai Verdi e agli ambientalisti e ai provvedimenti legislativi che hanno imposto al governo della Regione. La vita di un istrice non può essere messa sullo stesso piano di quella di una persona. Se animali come quello appena citato, le nutrie, le volpi e i tassi fanno tane di quattro metri negli argini, che così quando arriva la piena esplodono, vanno estirpati, abbattuti. Oggi, in Emilia-Romagna, i fiumi sono delle bombe innescate”.
Le critiche sono sempre legittime, ma dire falsità non rientra nella libertà di pensiero e di espressione. Chi diffama deve rispondere delle proprie affermazioni nelle sedi appropriate. Secondo questo imprenditore saremmo stati noi Verdi a imporre al governo della Regione non ben precisati provvedimenti legislativi che hanno causato ciò che è avvenuto in Romagna. È bene ricordargli che in Emilia-Romagna siamo tornati in Assemblea legislativa nel 2020, dopo un’assenza di dieci anni, non siamo presenti nell’attuale Giunta regionale e non abbiamo mai avuto responsabilità di gestione del territorio e dell’ambiente in passato. Tanto meno abbiamo chiesto di non monitorare gli argini dei fiumi per evidenziare la presenza di eventuali tane.
Vale anche la pena di ricordare che chi accusa noi e gli ambientalisti di essere responsabili della drammatica alluvione dello scorso maggio dimentica che da sempre ci battiamo contro il consumo di suolo, per una maggiore attenzione ai bacini idrografici nella loro interezza, con casse di espansione e una gestione razionale della vegetazione sulle sponde. E, non da ultimo, contro la costruzione in aree a rischio esondazione, come è avvenuto invece proprio per l’azienda dell’imprenditore che ci accusa, costruita in zona soggetta a inondazioni.
Non possiamo far passare accuse surreali, come quelle che l’imprenditore di Conselice ci ha rivolto, come se nulla fosse. Con la nostra querela vogliamo ristabilire la verità e tutelare la reputazione di un movimento politico ecologista e democratico che rappresenta una parte della pubblica opinione e dell’elettorato. Tutto qui!

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.