LA CARICA DEI DISTRETTI BIO, LA MIA LEGGE FUNZIONA! ORA I FONDI PER SOSTENERLI
Dopo l’approvazione della mia legge per la promozione dei Distretti del Biologico, sono sei i distretti riconosciuti dalla Regione: l’Associazione Distretto Parma Bio Valley, il Consorzio del Biodistretto delle Alte Valli (che copre territori collinari nel parmense e nel piacentino), il Distretto Biologico Reggiano, il Distretto Biologico Valli del Panaro e Appennino Modenese, il Bio-Distretto Appennino Bolognese e il Romagna Distretto Bio Simbiotico. Il distretto parmense, l’ultimo in ordine di tempo ad essere stato riconosciuti, opera in un’area molto vasta che racchiude 26 comuni della provincia, con oltre 20.000 ettari coltivati a biologico e un potenziale di 700 trasformatori e 600 imprenditori agricoli.
Non posso nascondere la mia soddisfazione per questo risultato: la costituzione di una rete diffusa di distretti del biologico era/è l’obiettivo della mia legge approvata lo scorso settembre. Queste realtà diffuse sul territorio regionale contribuiranno a promuovere sinergie tra agricoltori, allevatori e trasformatori e anche con cittadini e Istituzioni attraverso i mercati bio, l’offerta di alimenti biologici nelle mense scolastiche. E svolgeranno un importante ruolo culturale: tra gli obiettivi dei biodistretti c’è anche quello di diffondere la cultura del metodo di coltivazione, allevamento e produzione di alimenti biologici, senza pesticidi, fertilizzanti di sintesi chimica e conservanti chimici, al fine di tutelare sia la salute di produttori e consumatori sia l’ambiente, la fertilità del suolo e la biodiversità.
I fondi della legge regionale sono stati raddoppiati con l’ultimo assestamento di bilancio 2023 dello scorso dicembre, salendo a 200.000 euro. Fondi che verranno assegnati con i bandi regionali per sostenere la promozione dei bio-distretti in mercati e fiere, oltre a sostenere studi e ricerche. Fondi ai quali si aggiungono gli stanziamenti nazionali per i distretti bio riconosciuti in Italia a livello regionale.
Bravi quindi i promotori dei sei distretti regionali che hanno superato l’esame del riconoscimento e ora sono in grado di candidare propri progetti ai bandi nazionali e regionali.
In Emilia-Romagna al momento solo il 19% della superficie agricola è coltivato col metodo bio, ma il riconoscimento formale e la scesa in campo dei distretti, animati da persone appassionate e competenti di alto livello, che rappresentano la storia nobile del bio, mi lascia ben sperare nella loro funzione di trascinamento e ampliamento del bio regionale.
Qui il testo della mia legge sui Distretti del Biologico: https://shorturl.at/rsyQ8

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.