IN ROMAGNA E’ NATO  IL DISTRETTO DEL CIBO BIO. A QUANDO LA LEGGE SUI BIODISTRETTI?
 La nascita del primo Distretto del cibo riconosciuto dalla Regione Emilia-Romagna quale biodistretto è una buona notizia. Coinvolge, attualmente, 49 aziende agricole e i Comuni di Meldola, Civitella, Santa Sofia e Premilcuore, nel territorio della provincia di Forlì-Cesena. Si chiama “Romagna distretto biosimbiotico” e presto i prodotti di quelle aziende saranno impiegati anche nelle mense delle scuole del territorio.
In Italia sono diverse le esperienze di biodistretti e tanti i benefici, culturali oltre che produttivi e ambientali, che portano ai territori: dalla promozione della libera aggregazione delle imprese collegate all’agricoltura biologica, valorizzando e mettendo in rete tutte le fasi della filiera agroalimentare bio, all’applicazione dei concetti di sostenibilità economica, ambientale ed energetica, anche in un’ottica di uso razionale dell’energia e di uso delle fonti energetiche rinnovabili, incentivando la diffusione dei sistemi di autoconsumo collettivo propri delle comunità energetiche; dalla promozione della riduzione delle emissioni di gas serra e della produzione dei rifiuti, alla salvaguardia delle risorse idriche, al contrasto del consumo di suolo agricolo, al sostegno all’apicoltura, indispensabile supporto alle fasi di impollinazione e di tutela della biodiversità; fino al contrasto dello spopolamento della montagna grazie all’offerta di nuove opportunità economiche e occupazionali.
Abbiamo bisogno che anche in Emilia-Romagna si ampli la comunità dei biodistretti.
In questa direzione va il progetto di legge che ho presentato in Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna quasi un anno fa, visto che manca una legge regionale che disciplini e sostenga anche finanziariamente la creazione di biodistretti, oggi regolamentati come subcategoria non meglio precisata nell’ambito dei distretti del cibo.
Purtroppo non posso tacere la delusione che questa proposta da troppo tempo sia ferma in attesa del deposito di una analoga iniziativa legislativa della giunta regionale, che tarda ad arrivare e nella quale dovrebbe confluire, dopo attento confronto, la mia proposta.
Se vogliamo avviare con decisione la transizione ecologica nell’agricoltura non c’è tempo da perdere. Né andrebbe mortificato il potere di iniziativa dei consiglieri regionali delegando ormai in toto alla giunta la presentazione dei progetti di legge. Se vogliamo preservare la sua funzione originaria, l’Assemblea legislativa deve essere un luogo di iniziativa politica e non essere ridotta a un “votificio” delle delibere della giunta, al massimo con facoltà di emendarle.
👉 Il testo del progetto di legge: https://bit.ly/3Ap1BGp

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.