ATOMKRAFT? NEIN DANKE! L’ADDIO AL NUCLEARE DELLA GERMANIA
Oggi è una giornata storica. La Germania, prima potenza economica in Unione Europea, dice addio al nucleare chiudendo le ultime tre centrali ancora in funzione. E conferma la volontà di puntare con decisione sulle rinnovabili mettendo a tacere i critici che prevedevano un aumento del ricorso alle fonti fossili. Non sarà così!
Il governo di Berlino ha confermato l’impegno ad abbandonare anche il carbone entro il 2030. E punta ad ottenere l’energia che serve al paese dallo sviluppo delle rinnovabili, oggi già al 51% del mix energetico.
La decisione del governo tedesco si colloca agli antipodi dalla Francia, in balia di continui guasti al suo parco nucleare, parzialmente decotto, e con i cantieri della centrale in costruzione a Flamanville aperti da anni. A futura memoria ricordo che proprio quella di Flamanville era la tecnologia che Berlusconi voleva comprare da Sarkozy, una decisione poi bocciata dal secondo referendum antinucleare del 2011.
In Italia, grazie ai Verdi, al movimento contro il nucleare e ai voti dei cittadini nel primo referendum, l’uscita dal nucleare risale al 1987. Negli ultimi anni però ha ripreso piede da noi una discussione, completamente fuori dal tempo, di un ritorno al nucleare. Un dibattito dominato dai vaneggiamenti sul nucleare sicuro di quarta generazione che esiste solo sulla carta. Basterebbe poi pensare al fatto che, a più di 35 anni di distanza dal referendum, non si è ancora trovato un sito per deporvi in sicurezza le scorie radioattive prodotte negli impianti a Vercelli, Caorso, Garigliano e Latina.
Vista dall’Italia, la Germania che punta al 100% di rinnovabili al 2035 appare lontana a distanze siderali. Il governo Draghi prima, e quello Meloni poi, a seguito della guerra in Ucraina, hanno semplicemente agito per uno switch dai fornitori: via la Russia, dentro nuovi produttori di gas (ad esempio dall’Africa) e incremento di forniture da quelli storici. Che dire, continuiamo a guardare al passato: il piano del Governo Meloni non a caso si chiama Piano Mattei. Mentre si parla di Italia hub del gas.
Contro questi obiettivi che non tengono conto dell’emergenza climatica e della necessità – anche in termini di competitività economica sui mercati internazionali – di puntare sullo sviluppo delle rinnovabili, il 6 maggio a Ravenna si terrà una manifestazione nazionale.
Europa Verde sarà presente per chiedere una svolta decisiva a favore dell’energia prodotta da sole e vento e dell’ efficienza energetica.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.