APPROVATA LA MIA RISOLUZIONE SU PIANO DI MISURE CONTRO LA SICCITA’

Non posso nascondere la soddisfazione per l’approvazione, stamattina, della mia risoluzione che propone dodici misure integrate per affrontare la siccità. Può sembrare paradossale parlare di siccità mentre l’Emilia-Romagna è interessata da giorni da estesi eventi piovosi. Ma ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che siccità ed eventi meteo estremi sono le due facce della medesima medaglia: il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici che origina. Il 2023 si era aperto con un prolungato periodo di siccità interrotto dall’alluvione di maggio. Anche l’inizio del 2024, secondo i primi rilevamenti del servizio europeo Copernicus, ha evidenziato una situazione preoccupante in termini di siccità, con il sud del nostro paese in maggiore sofferenza. Com’è ormai noto, la siccità, mette a rischio l’agricoltura e quindi la produzione di cibo, le attività economiche e la disponibilità di acqua per gli usi sanitari e alimentari. E provoca sconvolgimenti paesaggistici e ambientali a danno della biodiversità. 

 

Il dibattito che si è svolto in Aula sulla mia risoluzione ha visto l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna confrontarsi con interesse su questo tema. Nella mia dichiarazione finale ho quindi ringraziato con convinzione  le colleghe e i colleghi che nella discussione hanno contribuito ad arricchire il confronto tematico e ad integrare il testo con emendamenti che anch’io ho sottoscritto. E ringrazio ovviamente in modo particolare i colleghi della maggioranza che hanno votato a favore della mia risoluzione, un articolato atto di indirizzo che per Europa Verde ha un valore molto importante.

 

La risoluzione impegna la Giunta regionale ad attuare una serie di misure per un uso razionale ed efficiente dell’acqua, sempre più scarsa e quindi da impiegare e preservare con cura. Si tratta di una sorta di decalogo di buone pratiche coerenti con la necessità di attuare, anche nel campo della gestione della risorsa idrica, politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici per fronteggiare gli effetti già in corso del riscaldamento globale.

La risoluzione impegna la Giunta a rafforzare e integrare con nuove pratiche le politiche regionali già messe in campo dalla Regione in materia di tutela della risorsa idrica, abbandonando l’idea dei mega invasi, troppo costosi da realizzare e che necessitano di cantieri pluriennali che non possiamo permetterci se vogliamo intervenire con tempismo. Tra le possibili soluzioni alla crisi idrica in agricoltura, come Europa Verde proponiamo l’efficientamento dei sistemi irrigui e la creazione di una rete di piccoli invasi, anche utilizzando cave dismesse, in cui installare impianti fotovoltaici flottanti allo scopo di contenere l’evaporazione dell’acqua e di produrre al contempo elettricità da fonte rinnovabile.

 

La Giunta è impegnata anche  a promuovere e incentivare investimenti nel campo del risparmio idrico in edilizia, nel turismo, nel comparto produttivo, in agricoltura e nella zootecnia; a sostenere misure specifiche volte al trattenimento della risorsa idrica, applicando le direttive comunitarie sulle nature based solutions che operano a favore della ricarica naturale delle falde con l’ausilio della vegetazione le cui radici veicolano l’acqua nel sottosuolo; a disincentivare colture altamente idroesigenti, come ad esempio il kiwi; a ridurre il numero massimo di allevamenti e di capi allevati; a incrementare il sostegno alla diffusione del metodo di coltivazione biologico che garantisce la conservazione di suoli più resilienti agli stress siccitosi.

Anche per gli usi civici si può intervenire in maniera migliorativa, ad esempio prescrivendo nei regolamenti comunali l’obbligo di installare sistemi di recupero e riutilizzo dell’acqua piovana. Infine oltre a promuovere, anche tramite incentivi, il miglioramento dell’impronta idrica del settore produttivo agro-zootecnico, la Regione dovrebbe sollecitare le multiutility a realizzare interventi rapidi volti a intervenire sulle condotte acquedottistiche che anche in Emilia-Romagna registrano perdite intorno al 35%.

 

C’è chi si ostina a proporre nuove trivellazioni in Adriatico al largo del Delta del Po che contribuirebbero a incrementare la subsidenza, spingendo ulteriormente nell’entroterra l’ingressione del cuneo salino, che ha già superato i 25 chilometri dal mare e che rende inutilizzabili le acque del Po a fini irrigui. Per questo la risoluzione impegna la Giunta ad opporsi a nuove trivellazioni in Adriatico.

 

A questo link il testo della mia risoluzione: https://www.silviazamboni.it/wp-content/uploads/2024/02/EV_risoluzione_contrasto_alla_siccita_2024.pdf

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.