SOLIDARIETA’ AL POPOLO UCRAINO. LA RISOLUZIONE DI EUROPA VERDE
Intervenendo in Aula dell’Assemblea legislativa nella discussione sulla guerra in Ucraina, ho espresso il mio sgomento per l’aggressione vigliacca e violenta da parte della Federazione Russa contro l’#Ucraina, che sta portando anche l’intera Europa sull’orlo di un conflitto più esteso.
Ho ribadito che le sanzioni economiche disposte dai paesi occidentali siano un primo strumento importante per fare pressione sul presidente russo Putin a fermare la guerra. Serve infatti in questo momento perseguire con la strada della non-violenza e attivare qualsiasi strumento, dalle sanzioni economiche all’azione diplomatica.
È difficile, però, oggi, immaginare quale sarà la durata di questo scontro e, quindi, è difficile anche immaginare la traiettoria temporale degli aiuti che andranno messi a disposizione della popolazione in fuga, perché di fronte a una parte di cittadini che restano e combattono noi vediamo decine di migliaia di persone che ogni giorno, con fagotti più o meno grandi, abbandonano il Paese, abbandonano le loro case, senza sapere quando mai ci potranno fare ritorno. È una situazione veramente drammatica.
Pur avendo sottoscritto la risoluzione unitaria di tutti i gruppi politici presenti in Assemblea – una condivisione molto importante e tanto più significativa in questa fase – ho al contempo depositato una risoluzione di Europa Verde che indica quello che riteniamo debbano fare Regione e Governo. Le azioni che proponiamo si suddividono temporalmente su due livelli. Tra le risposte da dare immediatamente al conflitto in corso, chiediamo alla Giunta di attivare con urgenza aiuti economici e umanitari a favore dei profughi, avviando progetti di accoglienza e attivando procedure rapide per la vaccinazione anti-Covid di chi non è vaccinato. Inoltre, la Regione deve sostenere le manifestazioni e le iniziative che in Emilia-Romagna chiedono la cessazione del conflitto e operare nelle sedi opportune perché il Governo italiano intraprenda iniziative diplomatiche a favore del cessate-il -fuoco e perché si adoperi a livello internazionale per evitare che centrali nucleari e siti di stoccaggio di materiali radioattivi in Ucraina diventino degli obiettivi militari, come è già avvenuto per l’impianto a Chernobyl e quello a Enerhodar.
Alla Regione Emilia-Romagna Europa Verde chiede di sostenere la petizione “un dividendo per la pace”, nata a sostegno della proposta di scienziati e di una cinquantina di premi Nobel, tra i quali Carlo Rubbia e Giorgio Parisi, che chiedono ai Governi di tutto il mondo di tagliare del 2 per cento le spese militari annuali per cinque anni al fine di creare un fondo, stimato nell’ordine di 1.000 miliardi di dollari al 2030, da impiegare per combattere la crisi climatica, la povertà, le pandemie. Un’iniziativa al centro di una risoluzione che ho depositato un paio di settimane fa. Si tratta di un’azione di medio-lungo termine per prevenire le guerre e costruire le condizioni per la pace, cosa che non si è fatto rispetto al conflitto tra Ucraina e Federazione Russa che covava da tempo sotto l’apparente cenere. Iniziative a favore del disarmo bilanciato consensuale per raccogliere fondi da dedicare a iniziative di pace e di welfare sono fondamentali in prospettiva.
Rispetto alle problematiche in materia di energia che la guerra ha aggravato, chiediamo alla giunta regionale di prendere atto che l’energia nucleare è intrinsecamente una tecnologia pericolosa, che può diventare un devastante bersaglio militare, mentre lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili è l’unica strada per rendere il nostro Paese autonomo dalla dipendenza da fonti di energia, come il gas metano russo, che incidono anche pesantemente sui bilanci del sistema Italia e che coinvolgono contesti geostrategici critici, come conferma il conflitto in corso in Ucraina.
Infine – e questo è un compito che possiamo assumere tutti – è importante promuovere un dialogo congiunto tra le comunità russe e ucraine che vivono in Emilia-Romagna come una sorta di diplomazia pacificatrice dal basso. Perché una volta finita a guerra, si spera al più presto, bisognerà ricostruire, sulle devastazioni materiali e interpersonali, un clima favorevole alla pace e alla riconciliazione tra popoli.
A questo link il video del mio intervento in aula: https://fb.watch/bEmA2rKYB6/

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.