Basta precarietà e salari da fame: il lavoro deve tornare al centro dell’azione politica. Un Paese che voglia dirsi civile non può prescindere da una legislazione in grado di assicurare dignità, equo compenso e sicurezza a lavoratori e lavoratrici.
Sono le ragioni di fondo che mi hanno portata a sottoscrivere, in occasione dello sciopero alla ex BredaMenarinibus, i quattro referendum promossi dalla Cgil per cambiare vent’anni di leggi sbagliate che hanno compresso diritti e aumentato la precarietà.
“Per il lavoro ci metto la firma”, è il nome della campagna. In questi anni anch’io ci ho messo il mio impegno in Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna per stare al fianco dei sindacati nelle vertenze aziendali più importanti come Marelli, Breda Menarinibus e Perla, e chiedendo appalti non al massimo ribasso, parità di trattamento per uomini e donne, stop agli stage scuola-lavoro che sono in realtà forme mascherate di sfruttamento, sicurezza sui luoghi di lavoro e sostegno a chi si batte per questo come Carlo Soricelli e il suo Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.
Le morti bianche sono una delle grandi vergogne del nostro Paese.
Oggi tutti possono dare un contributo per migliorare la situazione sottoscrivendo i quattro i quesiti referendari. Ecco una sintesi sui contenuti di ciascuno.




Io ci ho messo la firma. Voi la metterete?