INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA. TROPPI OBIETTORI DI COSCIENZA IN EMILIA-ROMAGNA
Nelle strutture sanitarie dell’Emilia-Romagna in cui si pratica l’interruzione volontaria di gravidanza si registra un alto numero di obiettori di coscienza. Lo dimostrano i dati che mi sono stati trasmessi a novembre 2021 dall’assessorato alla sanità in risposta alla richiesta di conoscere il numero aggiornato delle dichiarazioni di obiezione di coscienza rilasciate dai dipendenti nei reparti di Ginecologia e Ostetricia dei Presidi Ospedalieri, nelle Aziende Sanitarie, nei distretti e nei consultori regionali.
Alla Ausl di Piacenza è obiettore il 77% dei ginecologi, nella Ausl di Ferrara il 69%, nella Aou di Parma il 62,5%, nelle Aou di Modena e Ferrara il 52,9 %, nella Aou di Bologna il 47,5%, nelle Ausl Romagna e Parma in media il 43%. Per quanto riguarda gli anestesisti, nella Ausl di Piacenza il 61,5% è obiettore e nella Ausl di Parma lo è il 64,5%.
A conferma di questo quadro preoccupante, di recente è stata pubblicata una mappatura a cura di Coordinamento Femminista
Romagnolo, Casa Delle Donne di Parma, Mujeres Libres Bologna,
NUDM Bologna, NUDM Modena, NUDM Piacenza da cui risulta che nelle province di Bologna e Ferrara gli ospedali con le più alte percentuali di ginecologici obiettori sono il Sant’Orsola di Bologna, dove lo è il 71,05 %, e l’ospedale di Cento con il 66,7%. Nella provincia di Modena e nell’ospedale di Mirandola i ginecologici obiettori sono il 60%, nell’ospedale di Pavullo e di Sassuolo sono il 50%. In Romagna, nell’ospedale degli Infermi di Faenza sono il 66,7%, mentre gli anestesisti obiettori raggiungono il 76,92%. Nella provincia di Reggio Emilia la struttura ospedaliera di Guastalla ha il 100% di ginecologi obiettori mentre quella di Castelnuovo né Monti ha il 100% di anestesisti obiettori.
A causa dell’altissimo numero di obiettori di coscienza tra ginecologi e anestesisti si rischia di pregiudicare l’accesso ad una assistenza prevista dalla Legge 194 del 1978. Interrompere volontariamente la gravidanza può comportare un impatto psicologico sulle donne. Anche per questo, ma non solo, è doveroso non rendere questo percorso più difficoltoso contrapponendo la barriera dell’obiezione di coscienza del personale medico e non medico.
Alla luce dei dati succitati, oggi ho depositato un’interrogazione per chiedere alla Giunta regionale di chiarire se e come intenda garantire il rispetto del diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza gratuita, medicalmente assistita e sicura in tutte le strutture sanitarie della regione. Al contempo come Verdi chiediamo che venga garantito l’accesso completo ai dati sulla presenza di obiettori (ginecologi, anestesisti e personale non medico) disaggregati per ogni singola azienda sanitaria, struttura ospedaliera e consultorio familiare autorizzati a svolgere l’IVG come richiesto dalla campagna nazionale #datiBeneComune.
Nel testo dell’interrogazione il quadro completo dei dati: https://www.silviazamboni.it/…/EuropaVerde_interrog…

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.