I COSTI DELLA CRISI CLIMATICA: 38MILA MILIARDI DI DOLLARI L’ANNO

L’economia mondiale è destinata a una riduzione del reddito del 19% fino al 2050 a causa dei cambiamenti climatici e questo scenario si delineerà anche a fronte di un immediato e drastico calo delle emissioni di CO2. È il dato principale contenuto in uno studio del Potsdam Institute for Climate impacts Research, pubblicato su Nature. In Italia il reddito medio si ridurrà del 15%, di più che in Francia (13%), ma meno che in Grecia (17%) e Spagna (18%). Complessivamente, i danni annuali globali sono stimati in 38mila miliardi di dollari. I danni – secondo lo studio – sono sei volte superiori ai costi di mitigazione necessari per limitare il riscaldamento globale a due gradi. Si tratta dell’ennesima conferma che sarebbe non solo opportuno, ma anche economicamente vantaggioso, attuare serie politiche di adattamento e contrasto ai cambiamenti climatici e non correre dietro alle emergenze.
I danni previsti derivano principalmente dall’aumento delle temperature, ma anche da cambiamenti nelle precipitazioni e nella variabilità delle temperature. Prendendo in considerazione altri fenomeni meteorologici estremi, come tempeste o incendi, la stima è destinata ad aumentare ulteriormente. L’Asia meridionale e l’Africa saranno i territori più colpiti.
Domani a Torino si apre il G7 Ambiente, un appuntamento importante in vista della prossima COP. Peccato che Papa Francesco partecipi all’incontro del G7 in Abruzzo sull’Intelligenza Artificiale, argomento senz’altro importante, ma è sulla difesa dell’ambiente – che Bergoglio chiama  “Casa comune” – sulla lotta ai cambiamenti climatici che Bergoglio ha lasciato il segno, a cominciare dall’enciclica Laudato Si’, che giocò un ruolo fondamentale per arrivare agli Accordi di Parigi sul Clima.
Per Papa Francesco tutela dell’ambiente vuol dire anche contrasto alle disuguaglianze. Su questi temi e questo binomio ha sempre detto parole chiare e condivisibili.  Peccato che i cosiddetto “Grandi della terra” lo ascolteranno sull’ Intelligenza artificiale. Ma chi sa che non decida di parlare anche di questo.
Per quanto riguarda il G7 ambiente, dubito che verranno ascoltati i messaggi dei tanti ambientalisti che si stanno mobilitando, visti i precedenti…Condivido infine una riflessione di Anders Levermann, coautore dello studio citato, che richiama tutti alle proprie responsabilità: “Spetta a noi decidere: un cambiamento strutturale verso un sistema di energia rinnovabile è necessario per la nostra sicurezza e ci farà risparmiare. Rimanere sulla strada che stiamo percorrendo porterà a conseguenze catastrofiche. La temperatura del pianeta può essere stabilizzata solo se smettiamo di bruciare petrolio, gas e carbone“.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.