ALLUVIONE: LE RISPOSTE DEL GENERALE FIGLIUOLO NON BASTANO!

 

Oggi sono intervenuta in Aula dell’Assemblea legislativa durante la comunicazione del Generale Figliuolo. Erano mesi che aspettavamo questo incontro, da quando era stato nominato. Meglio tardi che mai!
Quello che è successo lo scorso maggio e gli eventi meteo estremi che si susseguono con sempre maggiore frequenza anche sul nostro territorio sono l’effetto del cambiamento climatico già in atto. Addossare la causa delle inondazioni alle tane di nutrie e istrici negli argini e alla mancata eliminazione della vegetazione spondale dei corsi d’acqua (la cosiddetta “pulizia degli argini” che abbatte alberi indiscriminatamente) è un’inaccettabile operazione di distrazione di massa. In pochi giorni a maggio sono piovuti sui territori alluvionati 4,5 miliardi di metri cubi di acqua, che equivalgono a tre volte la quantità d’acqua consumata in Emilia-Romagna in un anno. Non ascoltare i continui richiami della comunità scientifica sulla necessità di contrastare in maniera efficace il riscaldamento globale all’origine del cambiamento climatico significa non cercare le soluzioni giuste al problema alluvioni e condannare i territori al ripetersi di queste sciagure. Si è persino arrivati ad addossare la colpa di quanto accaduto a noi Verdi e agli ambientalisti, un’accusa surreale a chi dalla nascita si batte per la tutela dell’ambiente.
La nomina già tradiva del commissario straordinario alla ricostruzione scadrà a giungo 2024 quando i cantieri saranno ben lungi dall’essere chiusi, sperando comunque che siano almeno stati aperti. Ora occorre stringere i tempi del lavoro di messa in sicurezza idraulica dei territori, restituendo ai corsi d’acqua spazio vitale, disponibile anche per esondazioni controllate e realizzando le casse di espansione, come quelle sul Senio, sollecitate da Europa Verde.
Resta aperto anche il tema delle risorse insufficienti stanziate dal governo Meloni: il rimborso dei beni mobili non è previsto e le risorse stanziate per programmare la messa in sicurezza del territorio non ci sono al momento. Fino al paradosso che le cooperative agricole al confine con Ravenna che hanno accettato di allagare i propri terreni per salvare la città non sono ancora state rimborsate per la perdita del raccolto.
Nell’intervento ho ricordato anche che nell’emergenza i comuni si sono dati da fare per aiutare i cittadini, anche prendendosi la responsabilità di fare investimenti a debito. I primi risarcimenti agli alluvionati sono stati coperti da fondi regionali e da quanto raccolto con le sottoscrizioni. Infine ho riportato come esempio di solidarietà la rete di associazioni – Rete Humus, Legambiente, Biodistretto Appennino Bolognese, Unione Buddhista Italiana e Agricoltura di Confine – che hanno portato aiuto ad alcune aziende biologiche di Casalfiumanese e Castel Del Rio. Una vicinanza importante anche dal punto di vista psicologico per chi aveva vissuto il dramma di vedere pezzi di bosco, castagni centenari, pendii collinari che crollavano allagati dalle piogge torrenziali.
Qui il video integrale del  mio intervento:

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.