VARIANTE STATALE 16 RIMINI NORD. RIVEDERE IL TRACCIATO A TUTELA DELL’AMBIENTE E DELL’ECONOMIA LOCALE

Oggi ho presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per chiedere di valutare – in accordo con la Provincia di Rimini e i comuni interessati e coinvolgendo comitati e aziende agricole del territorio – la possibilità di rivedere il tracciato della variante Statale 16-Rimini Nord, eliminando il tratto da Igea Marina a Santa Giustina al fine di tutelare un’area di alto valore agricolo e ambientale e di preservare l’economia del territorio.

La tratta a nord che va da Igea Marina fino a Santa Giustina era stata pensata una ventina di anni fa per favorire lo sviluppo di tre poli produttivi e logistici: il cosiddetto “triangolone” artigianale a Santarcangelo (insediamento di 40/50 imprese), il progetto di trasporto merci “Transit Point” a Rimini e il decentramento di una parte dell’attività di una grande industria del territorio. La realizzazione di questi tre progetti non è mai avvenuta e non è nemmeno più prevista dagli strumenti urbanistici dei Comuni di Rimini e Santarcangelo. In questi giorni però la Provincia di Rimini ha comunicato che a giugno si terrà la conferenza dei servizi propedeutica all’avvio dei lavori. Una notizia che ha sollevato le proteste di cittadini e agricoltori.

Con questa interrogazione Europa Verde ha portato in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna la voce di comitati locali, associazioni ambientaliste e organizzazioni degli agricoltori che hanno manifestato forte preoccupazione per l’impatto che il progetto della variante statale 16 -Rimini Nord può avere sul futuro del territorio agricolo e delle imprese del settore. Per questo abbiamo rilanciato alla Giunta la loro richiesta che la Regione intervenga per rivedere il tracciato al fine di salvaguardare l’area compresa tra Igea Marina e Santa Giustina, richiesta alla quale si associano Europa verde di Rimini e dell’Emilia-Romagna.

La risposta che ho ricevuto stamattina dal sottosegretario Davide Baruffi mi ha lasciata solo parzialmente soddisfatta poiché ha lasciato aperto uno spiraglio sulla possibilità che la Regione apra una trattativa con gli stakeholders coinvolti per rivedere parte del tracciato, in modo da prendere in considerazione la sollecitazione degli agricoltori di tutelare quest’area che comprende oltre 400 ettari di suolo pregiato ad alta vocazione ortiva dove si produce il 40% di tutta la lattuga consumata in Emilia-Romagna. Al contrario, la prevista colata di cemento e asfalto rischia di causare un disastro ambientale e di distruggere in modo irreversibile un’area unica per qualità del suolo e ricchezza d’acqua di falda. Decine di aziende agricole potrebbero vedersi costrette a chiudere o a ridurre notevolmente sia la produzione sia il personale dipendente, con gravi conseguenze per l’economia locale.

Per questi motivi noi Verdi ci associamo all’allarme sulla variante statale 16 lanciato da Coldiretti, che ha affermato che, alla luce della crisi energetica e della guerra in Ucraina, tornare a investire nella terra agricola coltivata sta diventando una necessità. Infine, desta allarme anche il fatto che la VIA effettuata nel 2013 stimava che alle 29 tonnellate di PM10 annuali misurate se ne sarebbe aggiunta un’altra decina, un danno ambientale e alla salute da evitare considerato che l’Emilia-Romagna è già sotto infrazione per i superamenti delle concentrazioni di polveri sottili registrate per più anni consecutivi. Continueremo a monitorare la situazione sperando che effettivamente l’azione della Regione si traduca in una concreta modifica del tracciato attuale della variante.

 

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.