MENTRE AUMENTA LA PRODUZIONE DI FOSSILI, NON CALANO ABBASTANZA LE EMISSIONI DI GAS SERRA
A poco meno di un mese dall’avvio, a Dubai, della 28a Conferenza mondiale dell’Onu sul clima, i dati ci dicono che siamo molto lontani dell’inversione di marcia dell’emergenza climatica. Le emissioni di gas serra, invece di diminuire, continuano infatti ad aumentare. Col risultato che, con gli impegni di decarbonizzazione presi ad oggi a livello mondiale, nel 2030 si arriverà a un taglio di emissioni dal 5 al 10% rispetto al 2010, mentre l’Accordo di Parigi del 2015 prevedeva un taglio del 45% (fonte: dati Unep, il programma Onu per l’Ambiente).
🔴 Una cattiva notizia che arriva insieme a quella (sempre di fonte Unep) sulle previsioni dei governi dei principali paesi produttori di petrolio, gas, e carbone che intendono più che raddoppiare (110%) la produzione di combustibili fossili al 2030, mettendo a rischio l’obiettivo di contenere entro il limite massimo di +1,5 gradi l’aumento del riscaldamento globale.
È il rapporto annuale Unep “Production Gap Report 2023” a fare il punto sulla produzione di carbone, petrolio e gas dei 20 principali paesi produttori di combustibili fossili: Australia, Brasile, Canada, Cina, Colombia, Germania, India, Indonesia, Kazakistan, Kuwait, Messico, Nigeria, Norvegia, Qatar, Russia Federazione, Arabia Saudita, Sud Africa, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Irlanda del Nord e Usa. Nessuno si è davvero impegnato a ridurre la produzione per rispettare l’obiettivo di non più di 1,5 gradi di aumento della temperatura media globale.
🏴 Ci stiamo letteralmente condannando da soli: con 2°C anziché 1,5 di aumento, le ondate di calore estremo diventerebbero infatti 2,6 volte più intense, il livello del mare si innalzerebbe di oltre mezzo metro. Non solo: le estati artiche senza ghiaccio marino si aggraverebbero di 10 volte, si ridurrebbero le barriere coralline e raddoppierebbe la perdita di biodiversità.
🆘 Che stiamo marciando verso il baratro climatico ce lo confermano i trend in ascesa delle temperature, che quest’anno hanno fatto registrare i picchi mensili più caldi di sempre. L’ultimo, in ordine cronologico, il mese appena trascorso: ottobre e non stato il più caldo mai registrato a livello mondiale con un incremento di 0.4 gradi centigradi rispetto allo scorso record, che fu dell’ottobre 2019. Senza dimenticare che luglio 2023 è stato il mese più caldo in assoluto e il 2023 sarà l’anno più caldo di sempre.
🔴 È surreale di fronte a questi dati di fonte scientifica dover ribadire, inascoltati, che serve un cambio di rotta radicale immediato: la crisi climatica sta letteralmente devastando le nostre città, le aree agricole e produttive, con eventi meteo estremi sempre più frequenti che generano danni per miliardi di euro e anche perdite di vite umane. È davvero questo il mondo in cui vogliamo vivere e consegnare alle future generazioni?

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.