Oltre un miliardo di euro investiti dalla Regione Emilia-Romagna nel 2021 per attività e servizi a sostegno delle donne, il 18% in più rispetto all’anno precedente. E’ il dato riassuntivo del Bilancio di Genere regionale presentato in queste ore.
Cosa ci dice in generale un Bilancio di genere? E’ uno strumento per analizzare le politiche regionali realizzate individuando gli investimenti di risorse che hanno un impatto positivo per le donne, e per orientare le politiche future. Con due obiettivi: promuovere la reale parità tra uomo e donna, e diffondere maggiore consapevolezza su questi temi. Perché una società più attenta alla condizione femminile è una società più equa, inclusiva e ricca di opportunità per tutte e tutti.
Ai tre focus presenti nel bilancio dello scorso anno – occupazione, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, violenza di genere e pari opportunità – la nuova nedizione aggiunge un’analisi riferita a tutte le politiche regionali, comprese quelle sanitarie.

Partiamo dal sostegno all’imprenditoria femminile: nel 2021 grazie al Fondo regionale per l’imprenditoria femminile e Women New Deal sono state finanziate 107 progetti con contributi a fondo perduto pari a 1,7 milioni di euro. A questi si aggiungono gli oltre 1 milione e 300 mila euro nel biennio 21/22 per il bando “Donne e lavoro” con 42 progetti finanziati. Nel 2022 questo impegno è stato rafforzato facendo salire a 3 milioni di euro il finanziamento del bando per l’imprenditoria femminile.



Ricordo il mio impegno in Assemblea legislativa, prima con un’interrogazione alla Giunta e poi con una risoluzione approvata, a favore del ripristino del trattamento di agopuntura, associato a percorsi mirati di educazione alimentare e di sostegno psicologico, che l’ospedale Bellaria di Bologna aveva istituito per le donne affette da tumori agli organi genitali femminili, la cui cura tramite terapie ormonali e chemioterapia produce pesanti effetti collaterali, come ad esempio la menopausa precoce. Con il pensionamento della dirigente che lo aveva creato, il servizio ormai da mesi è sospeso.

Alla voce violenza di genere risultano attivi 22 Centri antiviolenza, 49 Case rifugio (+5 rispetto al 2020) e 16 centri per il trattamento di uomini violenti. Nel 2021 la rete è stata sostenuta con il riparto di oltre 2,23 milioni di euro; inoltre sono stati assegnati 658.000 euro agli enti locali per l’autonomia abitativa delle donne vittime di violenza, mentre il 70% delle domande di contributo erogate dalla Fondazione vittime di reati, per complessivi 174 mila euro, ha riguardato reati di violenza sulle donne.
Gli interventi della Regione si inseriscono in un contesto fatto di ombre e luci: persistono gli effetti, pur in diminuzione, dell’onda lunga del Covid, ai quali si aggiungono gli effetti della sfavorevole congiuntura economica e della guerra in Ucraina. L’occupazione femminile in regione è data in ripresa: 66,1% contro il 62% del 2020 (media Italia 53,2%). Ma con un aumento del gap negativo rispetto a quella maschile. E se da un lato si nota un lievissimo aumento delle imprese femminili, passate da 84.287 a 84.979 (aumento da attribuire principalmente a quelle condotte da donne straniere), dall’altro il lavoro di cura continua a pesare essenzialmente sulle donne e a tenerle lontane dal mondo del lavoro o a limitarne la presenza. Col risultato che per circa 72 donne su 100 (erano 63 su 100 nel 2020) il part-time non è una scelta, ma una necessità determinata da motivi familiari.