LEGGE EUROPEA SUL CLIMA. LE PROPOSTE DI EUROPA VERDE

Oggi ho depositato le osservazioni al documento della Giunta regionale sulla Legge sul Clima dell’Unione europea che è stato presentato mercoledì scorso in commissione consiliare I e III congiunta, e che purtroppo non tornerà in Aula per una discussione più approfondita.

Questo provvedimento  è uno strumento fondamentale per conseguire nell’Unione europea gli obiettivi fissati dagli Accordi di Parigi del 2015.

Considerato che dovrebbe orientare i Paesi membri dell’Unione Europea ad adottare i provvedimenti che presentano il migliore rapporto costi/benefici e che più velocemente consentono di raggiungere i target di riduzione delle emissioni climalteranti, la Legge sul Clima dovrebbe considerare l’efficienza energetica – ovvero la riduzione dei consumi di energia che concilia entrambi questi obiettivi ed è la pre-condizione per arrivare al 100% rinnovabili al 2035 – un obiettivo sovra-ordinato ai diversi target nei diversi settori contemplati dalla Legge. A questo proposito ho suggerito di inserire l’obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni di gas serra almeno del 55% al 2030, fissando obiettivi vincolanti di efficienza energetica coerenti con gli obiettivi di aumento dell’impiego delle fonti di energia rinnovabili e di riduzione delle emissioni climalteranti.

Richiamando anche l’impianto di cattura e stoccaggio della CO2 che l’Eni vuole realizzare a Ravenna (una tecnologia, sulla base delle esperienze in corso in altri Paesi, costosa e poco efficiente e tale da consentire il proseguimento dell’uso dei fossili, che invece nella transizione energetica vanno progressivamente abbandonati) ho proposto di escluderla dalle premialità previste dalla Legge europea. La cattura della CO2 va fatta con metodi nature-based, ad esempio attraverso piani di riforestazione spinti, piantumazioni di alberi ad alto assorbimento di carbonio, tutela del verde esistente. Inoltre vanno implementate e supportate con specifiche premialità le tecniche di cattura della CO2 in agricoltura e i progetti che mirano ad attivare mercati volontari del carbonio nella filiera agricola. E va sostenuto il metodo di coltivazione biologica che ha minore impatto in termini di emissioni di gas serra. In Emilia-Romagna, in particolare, nell’ambito della definizione Patto per il Clima e il Lavoro, si deve valorizzare il progetto Geco2 di Arpae.

Tra le fonti rinnovabili, la priorità va data all’energia solare (fotovoltaico, termico e termodinamico), all’eolico terrestre e marino, alla geotermia a bassa entalpia, riducendo, al contrario, il ricorso alla combustione di biomassa forestale con gravi rischi di ulteriore accumulo di CO2 e di polveri in atmosfera.

Infine per verificare i progressi compiuti verso il raggiungimento dei target di riduzione delle emissioni di gas serra, un ruolo va assegnato al monitoraggio, con obbligo, da parte degli Stati membri, di rendicontazione biennale alla Commissione. Uno strumento, questo, importante anche a livello di Regione Emilia-Romagna per verificare l’efficacia dei provvedimenti attuati al fine di ridurre le emissioni climalteranti.

Con queste proposte di integrazione al documento della Giunta che ho depositato oggi, Europa Verde intende sia contribuire a rendere la Legge Europea sul Clima più efficace nel sostegno alla transizione energetica, sia dare un contributo anche al Patto per il Clima e per il Lavoro che la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna punta a definire entro la fine del 2020.

Al link seguente potete scaricare il testo completo delle osservazioni che ho depositato oggi

20 07 10 Osservazione Regolamento EU neutralità climatica

 

 

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.